Brutte notizie per moltissimi cittadini italiani: presto anche tu potresti essere tra quelli che non riceveranno più l’assegno.
In un periodo in cui il costo della vita continua a salire e le famiglie fanno i conti ogni mese con bollette e spese sempre più pesanti, strumenti come l’Assegno di Inclusione rappresentano un sostegno fondamentale. Non è solo questione di cifre, ma di sicurezza e stabilità per chi vive in situazioni di difficoltà. “Adesso sei fuori!”, ADI assegno a rischio per molte famiglie: l’ultima notizia preoccupa tutti – procura.trento.it
Per questo è ancora più importante essere sempre informati: le regole cambiano spesso, nuovi requisiti vengono introdotti e conoscere per tempo le novità permette di evitare brutte sorprese. Tenersi aggiornati significa anche poter approfittare delle opportunità e sapere come muoversi per tutelare i propri diritti e il benessere della propria famiglia.
Infatti, oggi parleremo di un cambiamento molto importante che coinvolge migliaia di famiglie italiane. Chi percepisce l’Assegno di Inclusione (Adi) deve fare attenzione: ora c’è un nuovo motivo per la sospensione dell’aiuto economico.
Con il decreto del 13 maggio 2025 lo Stato mira a rafforzare il legame tra sostegno economico e un parametro familiare particolare, allineandosi alla legge 85/2023 (ex Dl 48).
Possono sospendere l’ADI: ecco perché
Con il nuovo decreto, l’Assegno di Inclusione può essere sospeso se i figli non vanno a scuola. Avverranno dei controlli da parte di operatori sociali che dovranno redigere il Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS).

Durante l’incontro, la famiglia dovrà dimostrare che tutti i minorenni sono iscritti alla scuola dell’obbligo o hanno un titolo di studio valido per la loro età.
Viene usata la piattaforma GePI, che incrocia i dati scolastici con quelli del PaIS. Se i dati non sono aggiornati, i genitori hanno 10 giorni per presentare la documentazione richiesta.
Cosa succede per l’Assegno di Inclusione se il figlio non frequenta la scuola?
In caso di abbandono scolastico, l’operatore inserisce nel PaIS un impegno formale dei genitori a rimettere i figli a scuola. Da quel momento scattano 7 giorni per adeguarsi. Se entro una settimana non ci sono novità, l’Adi viene sospeso dal mese successivo.

Oltre alle sanzioni, il decreto prevede misure per aiutare le famiglie in difficoltà. Nel PaIS potranno essere incluse consulenze educative, sostegno psicologico o servizi sociali dedicati a favorire il rientro a scuola e potenziare le competenze genitoriali. L’approccio vuole essere preventivo, non solo punitivo.
Non basterà una carta scritta: i controlli saranno continui
Gli operatori devono verificare ogni mese se la situazione si è risolta. Se il minore non rientra a scuola e non ci sono giustificazioni valide, la famiglia perde il diritto all’Adi definitivamente.
Con questo decreto, lo Stato vuole assicurarsi che l’Adi rimanga un aiuto vero a chi rispetta gli obblighi familiari. Allo stesso tempo, punta a contrastare l’abbandono scolastico, rafforzare la responsabilità delle famiglie e garantire il diritto allo studio per tutti i ragazzi.