In difficoltà la storica catena di abbigliamento del marchio italiano, anche questo brand si arrende: previsti centinaia di licenziamenti.
Viviamo in tempi difficili, dove il tradizionale deve per forza di cose scontrarsi con l’innovazione, in particolare con l’innovazione data dal web. Il virtuale avanza inesorabile, e allora non resta che prenderne atto, impossibile da arrestare. Da anni ormai gli esercizi commerciali, quelli fisici, faticano a sopravvivere, messi a dura prova dall’e-commerce.
Negozio fisico contro internet, una lotta impari. Non è soltanto una questione di comodità, visto che basta un click per ordinare direttamente a casa propria, e non è soltanto una questione di ampia scelta, praticamente infinita, visto che sul web si trova di tutto, ma è anche una questione di tempo: la vita quotidiana è frenetica, spesso non si ha nemmeno il tempo di passare al negozio, specie se questo è dall’altra parte della città.
I negozi online offrono più merce, per tutti i gusti, e spesso a prezzi inferiori, e per i negozi fisici diventa sempre più difficile resistere. Occorre sapersi rinnovare, fornire una vasta scelta alla clientela, soddisfare ogni tipo di gusto, mantenere i prezzi competitivi. Facile a dirsi, più difficile da attuare, visto che gestire un negozio comporta costi elevati, tasse, stipendi per i dipendenti e accordi con i fornitori.
Ora, a cadere sotto i colpi dell’online e delle beghe burocratiche, un colosso tutto italiano, che da circa 60 anni fa parte della nostra storia e che da 60 anni ci veste. Un brand con un suo stile unico, dai colori vivaci, le vetrine curate, gli scaffali ordinati. Una identità oggi messa a repentaglio da altri canali di moda. Non è un addio generale, ma potrebbe essere il principio di un volo in picchiata.
In Puglia vengono smantellati i negozi appartenenti alla catena di abbigliamento Benetton, ed è probabilmente il primo assaggio di ciò che coinvolgerà anche il resto della Penisola. Anche Benetton inizia a inchinarsi ai colossi dell’online, per una competizione difficile da reggere. Si tratta di una crisi silenziosa che ha colpito tanti altri marchi importanti, portando a migliaia di saracinesche abbassate.
Lo scorso 31 dicembre sono scaduti i permessi di tutti gli storici punti vendita Benetton in Puglia. Alcuni hanno ricevuto una proroga, per poter smaltire i capi in magazzino, ma si tratta di un addio del brand alla regione. Dietro la chiusura, il duro scontro tra la multinazionale veneta e il gruppo Primavera, il quale ha portato Benetton in tribunale per via della violazione di alcune condizioni contrattuali.
L’accusa verte sul presunto abuso di dipendenza economica, confermato anche dalla Autorità garante della concorrenza e del mercato. Benetton, dunque, ha esposto una richiesta di fallimento. In bilico il lavoro di 140 dipendenti, anche se si spera nell’entrata in scena di un altro importante marchio in sostituzione di Benetton.
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