Incredibile gesto eroico da parte di un carabiniere, che non era nemmeno in servizio, le foto fanno il giro del web.
È bastato un attimo per capire che doveva agire. Non era in servizio, stava semplicemente viaggiando in auto con la fidanzata e il padre di lei, ma quando ha visto quella donna appesa al parapetto di un cavalcavia a San Paolo d’Argon, nel bergamasco, non ha esitato un secondo.
Il carabiniere scelto Lorenzo Fascì, 28 anni, ha messo da parte ogni paura e ha seguito l’istinto: salvare una vita.
La scena si è svolta lungo la statale 42, in pieno giorno. La donna, agitata, era già oltre la barriera. Lui l’ha notata e ha capito che doveva intervenire subito. La sua ragazza ha chiamato i soccorsi, il padre ha cercato di parlarle per calmarla.
Ma Lorenzo ha fatto qualcosa di più: ha scavalcato il parapetto, senza imbracature, senza alcuna protezione. Era lì fuori con lei, sospesi entrambi insieme nel vuoto.
«Ho detto che ero un carabiniere, che qualsiasi cosa le stesse succedendo poteva essere affrontata. Non bisogna mai affrontare il dolore da soli», ha raccontato più tardi all’Adnkronos.
Con passo lento, cauto, ha cercato di avvicinarsi. La donna lo implorava di fermarsi, minacciava di lasciarsi cadere. Lui si è fermato, ha parlato. E poi, pian piano, ha ridotto la distanza.
Quando è stato abbastanza vicino, ha fatto quello che nessuno può insegnarti: l’ha stretta tra le braccia. “Ho usato il mio corpo come scudo, per non farla cadere. L’ho tenuta così finché non sono arrivati i soccorsi” ha raccontato il carabiniere.
Sono passati pochi minuti, ma a lui sono sembrati eterni. I carabinieri di Trescore Balneario e un’ambulanza del 118 sono arrivati poco dopo, ma la donna non voleva ancora tornare indietro.
Lorenzo, sempre dietro di lei, ha continuato a parlare, a starle vicino, passo dopo passo, finché entrambi non sono tornati sul ciglio della strada.
Il carabiniere ha poi aggiunto: “Non ci siamo detti nulla, ma ci siamo abbracciati. Quell’abbraccio vale più di qualsiasi parola, mi ha toccato nel profondo”.
Per lui era la prima volta in una situazione del genere. Ma l’esperienza maturata in servizio alla stazione di Albino e le competenze acquisite durante l’addestramento lo hanno aiutato in questa situazione delicatissima.
“Ci insegnano come instaurare un contatto, creare un legame immediato. Ma lì ho messo anche la mia empatia, il mio modo di essere”, ha spiegato.
Il suo gesto ha fatto il giro d’Italia. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha definito un «eroe».
Anche l’assessore regionale Romano La Russa ha annunciato la candidatura di Fascì per un riconoscimento ufficiale.
Ma il carabiniere ha detto che il premio più grande è sapere che quella donna oggi è viva.
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