E’ ufficiale, se hai cartelle esattoriali non riceverai rimborsi

Se hai cartelle esattoriali non riceverai rimborsi, una notizia tanto apparentemente ovvia, quanto necessaria per fare chiarezza sui contribuenti. 

L’Italia da sempre è un paese che tiene conto delle esigenze dei suoi cittadini aiutando soprattutto le fasce quelle più deboli prevedendo varie agevolazioni che si tramutano in buoni, carte prepagate o ancora nell’elargizione diretta di denaro. Lo scopo è quello di evitare che ci sia una fascia elevata di povertà e garantire alla popolazione – nei limiti del possibile – l’essenziale per condurre un’esistenza dignitosa, conformemente a quanto previsto dalla nostra carta costituzionale. Discorso diverso però se in ambito fiscale ci sono dei problemi.

Chi ha delle cartelle esattoriali può contrarre il rischio di vedersi bloccare tutti i rimborsi fiscali che gli spettano, compresi in questo elenco anche quelli godibili tramite il modello 730. Questo è quanto previsto dal decreto riscossione apparso lo scorso anno nella Gazzetta Ufficiale, precisamente il 7 agosto del 2024. Una nuova disciplina destinata a penalizzare molti contribuenti; non solo hanno modificato la rateizzazione delle cartelle e di scarico automatico, ma il decreto ha previsto anche che in alcuni casi di debiti fiscali non pagati, i rimborsi potranno essere trattenuti. Salva l’eccezione di importo inferiore a 500 euro, somme che verranno erogate senza ostacoli.

Se hai cartelle esattoriali puoi dire addio ai rimborsi

La possibilità di procedere a compensazione tra credito-debito, ovvero tra debiti verso il Fisco ed i rimborsi maturati già era previsto nel DPR del 602 del ’73, precisamente nell’articolo 28ter ma con una differenza sostanziale. Nella precedente disciplina legislativa si parlava di procedure volontaria quindi in altri termini il contribuente poteva scegliere se accettare la compensazione proposta  dall’agente della riscossione oppure rifiutarla e avere comunque il rimborso. Le procedure quindi viaggiavano su due canali differenti, ergo l’agente della riscossione non poteva fare nulla sui crediti senza il consenso del contribuente.

Con il nuovo decreto le cose sono diverse, e non a vantaggio del contribuente. A partire dal 2025, chi ha un debito iscritto al ruolo non ci sarà la compensazione volontaria. I rimborsi verranno comunque bloccati e le somme spettanti non verranno liquidate. Saranno messe a disposizione dell’agente di riscossione fino al 31 dicembre dell’anno successivo rispetto a quello di interesse. Il rimborso per potersi procedere richiede una previa verifica circa la presenza o meno dei debiti iscritti al ruolo in capo al beneficiario.  Prima invece del decreto, in caso di debiti si seegnalava la situazione all’agente di riscossione il quale inviava al contribuente una proposta di compensazione volontaria. Il contribuente a sua volte doveva decidere entro 60 giorni.

Compensazione volontaria, l’unica eccezione rimasta valida

I rimborsi inferiori ai 500 euro invece non saranno soggetti a controlli e verranno versati senza alcun tipo di impedimento. In altri termini la normativa incide sui rimborsi nei casi di importo più elevati, affinché lo Stato riesca a recuperare i crediti pendenti evitando che i contribuenti ricevano dei fondi pubblici senza prima aver saldato quanto dovuto.