Emanuele De Maria: le ultime ore di vita riprese dalle telecamere

Milano, la tragedia di Emanuele De Maria: 48 ore di violenza e un epilogo drammatico: ecco le ultime ore di vita riprese dalle telecamere

È una vicenda che lascia senza parole, quella di Emanuele De Maria, 35 anni, culminata con un gesto estremo: il suicidio dalle terrazze del Duomo di Milano. In meno di due giorni, l’uomo ha aggredito due colleghi, uccidendo una di loro, prima di togliersi la vita. Le sue ultime ore sono state ricostruite grazie alle immagini di videosorveglianza che raccontano, passo dopo passo, una discesa nella follia che nessuno sembrava poter prevedere.

Polizia fuori al Duomo
Emanuele De Maria: cosa è successo prima della tragedia-procura.trento.it

Tutto è cominciato venerdì 9 maggio. Alle 15:14, le telecamere di via Gorki, a Cinisello Balsamo, riprendono De Maria mentre passeggia con la collega Chamila Wijesuriya, 40 anni, nel Parco Nord. Sotto la pioggia, sembrano due persone tranquille. Ma poche ore dopo, Chamila scompare. Il suo corpo verrà ritrovato due giorni dopo in un laghetto del parco, con ferite profonde alla gola e ai polsi. Era stata uccisa.

Le telecamere della metro Lilla lo riprendono poco dopo, alle 17:36, mentre entra nella stazione Bignami. Ha con sé una borsa da donna: quella di Chamila. Fa due telefonate, poi getta il telefono e scompare.

Emanuele De Maria: cosa riprendono le telecamere prima della tragedia

La mattina successiva, sabato, un altro episodio violento. Poco dopo le sei, davanti all’hotel Berna, De Maria aggredisce un secondo collega, un barista di 50 anni. Lo colpisce al collo con un coltello, poi fugge. L’uomo, gravemente ferito, riesce a salvarsi chiedendo aiuto. L’ultimo atto si consuma domenica 11 maggio. De Maria riesce a salire sulle terrazze del Duomo con un biglietto acquistato il giorno prima. Si affaccia nel vuoto e si lancia, morendo sul colpo sotto gli occhi increduli dei passanti.

De Maria ripreso dalle telecamere
Emanuele De Maria ripreso dalle telecamere prima della tragedia-procura.news.it

Ma la storia di De Maria affonda le radici nel passato. Non era la prima volta che uccideva. Nel 2016, a Castel Volturno, accoltellò a morte Oumaima Rache, una giovane di 23 anni. Dopo la fuga in Europa, fu arrestato in Germania e condannato a oltre 14 anni di carcere in Italia.

Negli ultimi anni era detenuto a Bollate, considerato un modello di reinserimento sociale. Lavorava come barista all’esterno grazie all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario. Sembrava avesse intrapreso un percorso di recupero. Nessun segnale di allarme, nessuna avvisaglia di quello che sarebbe successo. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato!

“La sua condotta in carcere era sempre stata positiva,” hanno dichiarato i magistrati del Tribunale di Sorveglianza. “Non c’era nulla che potesse far presagire un simile epilogo”. Oggi restano dolore e domande. Per le vittime, per le famiglie, per chi aveva creduto nella possibilità di una seconda possibilità. E per chi, ora, si interroga su come evitare che tragedie simili si ripetano.

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