Eredità, uno dei protagonisti è stato condannato a 24 anni per omicidio colposo, voleva sterminare la famiglia. Il celebre quiz su Rai Uno si macchia di rosso.
Uno dei casi giudiziari che ancora oggi colpisce il pubblico, soprattutto per la sua portata mediatica fin dagli esordi è sicuramente quella denominata del “Concorrente TV dell’Eredità. Il protagonista è infatti un ex concorrente del celebre quiz, ancora oggi in onda su Rai 1, Marco Eletti. Il caso si è verificato nel 2021 quando il giovane all’epoca 33enne, grafico impiegato in un’azienda di comunicazione ma appassionato di scrittura noir a cui lo stesso dedicava il tempo libero, ha cercato di sterminare la famiglia.
Nello specifico, Marco Eletti ha tentato di uccidere la madre ed il padre. La tragedia si è consumata a San Martino in Rio nella Bassa Reggiana. Il caso ha veramente suscitato la curiosità da parte di tutti, tanto che sui social se ne continua a parlare. Soprattutto perché sono tanti i punti emersi nel corso delle indagini rendendo la prosecuzione giudiziaria non del tutta liscia, anzi ricca di colpi di scena che hanno messo in difficoltà i giudici di ogni grado.
Il fatto risale al 24 aprile 2021 quando Marco Eletti uccide nella propria casa il padre, Paolo Eletti. Ha tentato altresì di uccidere anche la madre, ma la donna riesce a salvarsi. Una vicenda – come annunciata sopra – ricca di colpi di scena: dall’esame del DNA eseguito in fase preliminare è stato rivelato che Paolo Eletti, la vittima, non era il padre biologico di Marco. Questa circostanza ha fatto cadere l’aggravante del legame parentale.
La Corte d’Assise d’Appello di Bologna conferma la condanna a 24 anni e due mesi inflitta a Marco Eletti. La Cassazione lo scorso novembre aveva annullato la sentenza precedente ed aveva disposto un nuovo esame in appello per valutare effettivamente se sia presente o meno la premeditazione. Il giovane reo confesso era già stato condannato in primo ed in secondo grado per avere ucciso appunto a martellate il padre Paolo Eletti di 58 anni nella propria abitazione di famiglia. Qui è viveva anche Marco, il quale aveva tentato di uccidere anche la madre, Sabrina Guidetti, somministrandole dei bignè farciti con benzodiazepine.
Secondo la Procura il movente potrebbe essere la scoperta da parte di Marco della doppia vita del padre collegata ad un’identità di genere diversa. Oltre al motivo di natura economica, cioè il fatto che il figlio volesse ereditare la casa di famiglia nonostante l’opposizione da parte dei genitori. Intanto il Tribunale di Reggio Emilia aveva riconosciuto la meditazione, sebbene la difesa ha sempre dichiarato che l’aggressione alla madre fosse stata pianificata mentre l’omicidio del padre è avvenuto in un momento di impeto.
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