Ma “I titoli li scegli così…?”, Gabriele Muccino messo in scacco dalla figlia. La reazione del regista non si è lasciata affatto attendere.
Dietro un film vi è un lavoro decisamente notevole, frutto di sacrifici, lo sanno bene i professionisti del settore. Sul set può accadere veramente di tutto ed anche una domanda apparentemente innocua, può lasciare senza parole. Anche ad un regista affermato che vanta una lunga carriera alle spalle, almeno questo è quanto accaduto Gabriele Muccino. Il regista è stato impegnato a Tangeri per le riprese del suo ultimo film, quando Penelope – la figlia più piccola – ha cominciato a porre delle domande a botta e risposta al padre che hanno un po’ creato imbarazzo al regista.
Tutto è stato ripreso e documentato dalla figlia, attivissima peraltro sui social. La scena ha scatenato tante reazioni sul web, divenendo subito virale in poche ore. Il video mostra una scena veramente esilarante che racconta molto del rapporto tra il padre e la figlia. Nonché narra anche il modo con cui il mondo del cinema riesce ad intrecciarsi alla quotidianità.
Il prossimo film non ha ancora un titolo definitivo, sebbene “Le cose non dette” sia quello maggiormente apprezzato dal regista (e di recente annunciato sui social dal diretto interessato). Un titolo provvisorio ma ricco chiaramente di significato, questo è ciò Muccino spiegava alla figlia nel tentativo di farle assaporare il senso più profondo della storia che sta raccontando: un mondo dove le persone non comunicano più realmente e dove i sentimenti ormai sono spesso celati da un’ingombrante distanza anche tra chi fisicamente è vicino. Questo è un po’ il senso del film, anche perché oggi non si parla, non si racconta e non si conosce più chi si ha accanto.
Penelope accompagna il padre durante il lavoro e nell’ultimo video pone al padre una serie di domande, alla ricerca di aneddoti e anticipazioni da condividere col pubblico. Da lì la domanda su come avviene la scelta dei titoli: lampi di fulmine oppure li trovi su certi siti, tipo facendo la domanda a Chat GPT? La domanda ha suscitato non poche perplessità: il padre risponde senza esitazione “Ma che Chat GPT!” e poi taglia corto con un sorriso.
I titoli sono parte di un’elaborazione istintiva e poi razionale, parte di un processo creativo che nasce dalla voglia di raccontare un qualcosa che poi tocca profondamente, completa il regista. La scena simpatica mostra il volto più umano di uno dei registi italiani più noti all’estero, quindi un padre ed una figlia che condividono tempo e passione ma anche uno scontro tra due generazioni. Ognuno col proprio linguaggio ed i propri strumenti.
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