Il delitto di Garlasco si infittisce, emerge un nuovo misterioso indizio, il messaggio inviato da Paola Cappa e che riguarda Alberto Stasi.
Proseguono le indagini sul delitto di Garlasco e ancora oggi, dopo 18 anni, la vicenda si fa sempre più confusa e misteriosa. Negli ultimi tempi sono emersi tanti altri indizi, ignorati all’epoca dei fatti, a cominciare dagli accertamenti nei confronti di Andrea Sempio, il migliore amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, e che oggi è il principale sospettato.

Ma oltre a Sempio, tra le sospettate ci sono anche le sorelle Cappa, cugine della vittima, le quali erano già state ascoltate a suo tempo e oggi più che allora invischiate nella vicenda, specialmente dopo la testimonianza di un uomo che soltanto pochi mesi fa avrebbe dichiarato di aver visto una delle due girare in bici con la probabile arma del delitto.
Dal ritrovamento dell’arma del delitto al messaggio sospetto inviato da Paola Cappa
Le operazioni di dragaggio del canale, messe in atto ieri mattina, hanno portato al ritrovamento di un martello. Il ritrovamento del martello sul fondale del canale a Tromello, non lontano dall’abitazione della famiglia Cappa, ha dato una svolta alle indagini sul delitto di Gaslasco, tornato in questi mesi al centro dell’attenzione, arricchendosi di particolari inediti e inquietanti.
Tra questi, i suicidi che hanno coinvolto alcune persone legate sia a Chiara Poggi che ad Andrea Sempio, e l’SMS rinvenuto sul telefonino di una delle gemelle Cappa, Paola. Delle dure sorelle si è parlato tantissimo nelle ultime settimane, prima sospettate, poi scagionate, poi ancora finite nel mirino degli inquirenti. Le cugine della vittima, figlie di Mariarosa Poggi, sorella di Giuseppe, il papà di Chiara, all’epoca dei fatti avevano poco più di 20 anni.

Per diversi mesi, si è parlato di un rapporto conflittuale tra loro e Chiara, di una sorta di gelosia. Il loro comportamento, in quei delicati momenti, sembrava molto forzato, quasi finto. E poi c’era stata la questione legata al fotomontaggio, realizzato dalle due, che mostrava una foto di loro tre sorridenti a una festa. Ma la sagoma di Chiara era stata palesemente ritoccata.
La testimonianza che potrebbe incastrare Paola Cappa: dall’arma gettata nel fiume all’SMS misterioso
Oggi, Stefania e Paola hanno 41 anni, la prima è avvocato, la seconda food blogger e vive all’estero. I loro nomi sono tornati in prima pagina grazie ai nuovi sviluppi nelle indagini. In particolare, a destare curiosità è il messaggio attribuito a Paola Cappa.
La testimonianza di Marco De Montis è preziosissima per le indagini: dopo 18 anni, l’uomo ha deciso di parlare, affermando di aver visto proprio Pola Cappa, quella fatale mattina del 13 agosto 2007, passeggiare in sella a una bicicletta nera e con un oggetto metallico adagiato sul manubrio. Quella mattina, De Montis stava ispezionando i tombini della città, essendo un dipendente dell’ASM. Una testimonianza poi ritrattata.

Ma ora è emersa un’altra pista: un messaggio inquietante tra Paola Cappa e un suo amico di Milano, nel quale si farebbe riferimento al delitto. 280 i messaggi agli atti, uno di questi ritrovato sul telefonino di Paola Cappa e che recita “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, riportato dal settimanale Giallo. Al momento non è chiaro a cosa si riferisca questa frase, ma certamente solleva un ulteriore alone di mistero nella vicenda.
Nonostante tutto, le gemelle Cappa hanno fornito un alibi verosimile, inoltre, non avrebbero mai avuto contatti con Sempio, per via della differenza di età, e non combacerebbero le impronte dei loro piedi con i rilevamenti fatti accanto al corpo di Chiara. Tra l’altro, una delle due ragazze, nel periodo dell’omicidio, aveva una gamba rotta.