Per andare in pensione nel 2025 serve aver versato un minimo di contributi. Ma quanti anni sono davvero necessari? Tutti gli aggiornamenti.
Nel 2025 non basta aver raggiunto una certa età per andare in pensione: il vero scoglio sono gli anni di contributi versati. In base alla tua storia lavorativa, alla data in cui hai iniziato a lavorare e anche al tuo stato di salute o alla tipologia di impiego, i requisiti cambiano. E se alcuni possono accedere alla pensione già con 5 anni di contributi, per altri la soglia sale fino a 41 o 42 anni.

Conoscere quanti anni servono per andare in pensione è fondamentale per non sbagliare i conti, evitare sorprese e pianificare con più consapevolezza il futuro.
Pensione con 5 anni di contributi: come funziona
In Italia è tecnicamente possibile accedere alla pensione anche con soli 5 anni di contributi. Ma non è per tutti. Questa possibilità riguarda esclusivamente chi ha cominciato a versare dopo il 1° gennaio 1996 e può essere esercitata solo al compimento dei 71 anni di età.
Si tratta di una misura residuale, pensata per chi ha avuto carriere molto brevi o interrotte, ma comunque necessita di una forma minima di pensione pubblica.

Esiste però un’altra strada. Chi ha gravi problemi di salute, con una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo, può andare in pensione anche prima dei 71 anni, sempre con almeno 5 anni di contributi (3 dei quali versati negli ultimi 5 anni). In questo caso si parla di pensione d’inabilità o assegno ordinario di invalidità, e l’età anagrafica non è un requisito.
Come andare in pensione con 15 anni di contributi
L’accesso alla pensione con 15 anni di contributi è possibile solo se si rientra in una delle tre deroghe introdotte dalla cosiddetta “legge Amato”.
Vale per chi ha maturato i 15 anni entro il 31 dicembre 1992, oppure per chi è stato autorizzato al versamento volontario entro quella stessa data. C’è anche una terza possibilità: avere almeno 25 anni di anzianità assicurativa e almeno 10 anni di lavoro discontinuo
Come andare in pensione con 20 o 25 anni di contributi
Si tratta della pensione “ordinaria”, prevista a 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati. È la strada seguita dalla maggior parte dei lavoratori.
C’è una scorciatoia che riguarda solo chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, quindi rientra interamente nel sistema contributivo. In questo caso, con almeno 64 anni di età e 25 anni di contributi, si può accedere alla pensione anticipata.
A patto che l’importo dell’assegno non sia troppo basso: deve essere almeno tre volte l’importo dell’Assegno sociale (che nel 2025 è di 538,68 euro). Per le donne con uno o più figli, la soglia si abbassa leggermente. Ma è un’opzione per pochi, perché richiede anche stipendi medi o alti negli ultimi anni.
Ape sociale e Opzione donna: due strade per andare in pensione
Chi ha almeno 30 anni di contributi può valutare l’Ape sociale, confermata anche nel 2025. Consente di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi, ma solo se si rientra in alcune categorie: disoccupati di lungo corso, invalidi civili dal 74% in su, caregiver o addetti a mansioni gravose. Per questi ultimi, il requisito sale a 36 anni di contributi (32 nel caso dell’edilizia).
Anche l’Opzione donna è stata prorogata: serve aver maturato 35 anni di contributi entro fine 2023 ed essere nate entro il 1962 (con variabili in base al numero di figli e alla categoria di appartenenza).
Quota 41, Quota 103 e pensione anticipata classica
Per chi ha iniziato a lavorare molto presto, esiste l’opzione di pensionamento anticipato con 41 anni di contributi. Ma attenzione: è riservata solo ai lavoratori precoci, cioè chi ha versato almeno 12 mesi prima dei 19 anni e appartiene a specifiche categorie svantaggiate.

In alternativa, Quota 103, si va in pensione a 62 anni di età con 41 di contributi.
La pensione anticipata classica si ottiene a prescindere dall’età anagrafica, con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
E chi non ha i contributi? C’è l’Assegno sociale
Chi arriva a 67 anni senza aver versato contributi sufficienti può contare sull’Assegno sociale. Non è una pensione vera e propria, ma un aiuto economico.
L’importo nel 2025 è di 538,68 euro al mese per 13 mensilità, ed è erogato solo a chi ha un reddito annuo inferiore alla soglia fissata dalla legge.
Per ottenerlo, non servono contributi: basta essere residenti in Italia e rispettare i requisiti economici.