Quando pensiamo alle pensioni, il pensiero va subito a decenni di lavoro e di contributi, ma in pochi sanno che non è proprio così.
Non tutti riescono a lavorare per una vita intera. C’è chi ha avuto lavori incostanti, chi ha dovuto fermarsi per motivi di salute, chi ha cambiato spesso lavoro senza mai raggiungere il fatidico traguardo dei 20 anni di contributi. E allora ci si chiede: che succede in questi casi? Si resta senza pensione?
In realtà, qualcosa si può fare. Le regole stanno cambiando e sarà possibile andare in pensione anche con soli 5 anni di contributi versati. E non parliamo di una pensione simbolica: con le giuste integrazioni, si può arrivare anche a percepire una cifra che può fare davvero la differenza.
Come funziona la pensione con il sistema contributivo
La svolta arriverà con il passaggio completo al sistema contributivo, previsto indicativamente per il 2040.
Chi non avrà contributi versati prima del 1° gennaio 1996, potrà accedere a questa possibilità. Basteranno 5 anni di contribuzione effettiva per maturare il diritto alla pensione, che scatterà però a 71 anni.
È una formula pensata per non far perdere i contributi versati da chi non riesce ad accumularne abbastanza per la pensione di vecchiaia ordinaria (che oggi richiede 20 anni di contributi e l’età di 67 anni). In questo modo, anche chi ha versato poco avrà comunque diritto a un assegno mensile.
Quanto si prende di pensione con 5 anni di lavoro
Va detto però che, basandosi solo sui contributi versati, l’importo della pensione di base non è alto.
Facciamo una simulazione: con uno stipendio lordo annuo di 10 mila euro per 5 anni, si maturerebbe una pensione mensile di circa 80 euro.
Se invece lo stipendio fosse stato di 15 mila euro all’anno, l’assegno arriverebbe a poco più di 120 euro al mese. Da sola quindi questa pensione non basterebbe certo a vivere. Ma a fare la differenza sono le integrazioni.
Come raggiungere i 750 euro al mese
Per raggiungere la soglia di 750 euro, con solo 5 anni di contributi, è fondamentale sfruttare alcune misure di sostegno previste per chi ha redditi molto bassi.
La prima è l’Assegno sociale, che oggi vale circa 538 euro al mese. Si può richiedere già a partire dai 67 anni, se non si hanno altri redditi importanti. Poi c’è l’“incremento al milione”, la maggiorazione che scatta al compimento dei 70 anni e che porta l’importo complessivo della pensione a quasi 740 euro mensili.
Con il naturale adeguamento all’inflazione, questa soglia salirà presto oltre i 750 euro. Va ricordato che per ottenere queste integrazioni non bisogna avere altri redditi o patrimoni rilevanti.
Dunque, con un po’ di attenzione, sfruttando le misure disponibili, chi ha avuto una vita lavorativa complicata potrà comunque guardare con un po’ più di serenità al futuro.
