In Italia sono 16.568 i detenuti che, al 31 maggio 2025, stanno scontando condanne inferiori ai due anni di reclusione. Un numero significativo, identico a quello degli ospiti in eccesso rispetto alla capienza effettiva delle carceri italiane. A lanciare l’allarme è il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, secondo cui un provvedimento di indulto per queste persone potrebbe cancellare il problema del sovraffollamento e ripristinare la funzionalità del sistema penitenziario nazionale.

Secondo i dati aggiornati a fine maggio, i detenuti presenti nelle carceri italiane sono 62.761, contro una capienza regolamentare effettiva di 46.745 posti. Il divario è impressionante: 16.016 posti mancanti se si tiene conto delle celle inagibili per ristrutturazioni o manutenzioni (4.579 unità). Il tasso di sovraffollamento ha così raggiunto il 134,29%: in pratica, in ogni 100 posti vivono mediamente 134 persone.
Una situazione insostenibile, come evidenzia Anastasia: “Un terzo di persone in più significa convivenza difficile, spazi angusti, carenza di personale e servizi ridotti”. Non è raro che uno o due agenti di polizia penitenziaria, soprattutto di notte, debbano gestire da soli oltre 100 detenuti.

Per il Garante, la prima azione urgente dovrebbe essere quella di riportare il numero di detenuti a un livello che permetta all’amministrazione penitenziaria e agli enti pubblici di garantire un trattamento dignitoso, percorsi di formazione, reinserimento sociale e attività lavorative adeguate. “Serve un numero chiuso per le carceri – afferma – come suggerito anche dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura”.
Tra le soluzioni concrete, Anastasia ricorda che amnistia e indulto sono strumenti straordinari previsti dalla Costituzione italiana. Richiedono un largo consenso parlamentare, ma hanno dimostrato efficacia: nel 2006, grazie all’accordo tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, fu approvato un indulto triennale che non solo ridusse il sovraffollamento, ma dimezzò il tasso di recidiva tra i beneficiari.
Anastasia conclude con un appello alla politica: “Oggi, come allora, maggioranza e opposizione dovrebbero unirsi per ristabilire la legalità costituzionale nelle carceri italiane. Azzerato il sovraffollamento, ci sarà tempo per discutere su come riformare il sistema. Ma intanto si avrà dato un segnale concreto di civiltà e rispetto dei diritti umani”.