A Roma un vigile ricatta una ragazza, chiedendo il numero di telefono per stracciare la multa emessa: accusato di molestie.
“Se mi dai il tuo numero non ti faccio la multa”, avrebbe detto l’uomo in divisa, e la donna, pur di non essere multata, avrebbe ceduto al ricatto, pensando di cavarsela in modo sbrigativo. E invece, il vigile ha iniziato davvero a importunarla tramite WhatsApp, messaggiando e telefonando nei giorni seguenti. È successo a Roma, dove una donna ha deciso di raccontare la vicenda accaduta pochi giorni fa.
Era già successo qualche settimana fa, sempre a Roma, dove una ragazza aveva denunciato per catcalling un vigile, il quale aveva agito nello stesso modo, chiedendo il numero di telefono per eliminare la multa emessa. Evidentemente, si tratta di un metodo diffuso, nella Capitale ma anche in altre città, un nuovo modo per approcciarsi in maniera subdola, sfruttando la divisa. Ma la vicenda indigna.
La donna ha ricostruito la vicenda, ammettendo di aver parcheggiato male l’automobile, per scendere a prendere un caffè al bar insieme a un’amica. Notando i vigili, la donna si sarebbe affrettata a spostare la macchina, per non incorrere in una multa. Proprio mentre stava per salire sul veicolo, uno dei vigili l’avrebbe notata e le avrebbe rivolto parola.
Inizialmente infastidito, il vigile l’avrebbe rimproverata per aver parcheggiato in modo scorretto. La donna si sarebbe scusata, avrebbe ammesso di aver sbagliato, affrettandosi a spostare immediatamente l’automobile. A quel punto, però, l’uomo le avrebbe fatto la richiesta inaspettata: “Se mi dai il tuo numero non ti faccio la multa”.
La donna avrebbe acconsentito, pur di non ricevere la sanzione, senza pensare alle conseguenze del gesto. Inizialmente, infatti, pensava che sarebbe bastato bloccare il numero, in caso di fastidi. Il giorno dopo, come da copione, l’uomo le avrebbe inviato un messaggio, presentandosi come “il vigile di Piazza Mazzini”. La donna non lo ha bloccato, rispondendo al messaggio e ringraziandolo per non aver emesso la multa. Da quel momento, sono iniziate le molestie.
La donna racconta che il vigile, da quel giorno, ha iniziato scriverle quotidianamente, tartassandola di messaggi e di telefonate, insistendo per rivederla. Lei non ha quasi mai risposto ai messaggi, se non in alcuni casi, laconicamente, tanto per evitare di ricevere altre decine di messaggi. Ma la pazienza ha raggiunto presto il limite, all’ennesima richiesta di appuntamento.
“Ti vengo a prendere?”, “A che ora sotto casa tua?”, “Se non puoi oggi facciamo domani?”, “Se non ti va di uscire dimmelo subito”, sono solo alcuni dei messaggi inviati dall’uomo, accompagnati da intercalari e frasi dialettali del Sud Italia. La donna, alla fine, ha provveduto a bloccare il numero.
Non ha sporto denuncia, comunque sia ha tenuto tutte le chat come prova, non si sa mai. Confrontandosi con alcune amiche e sui social, la donna ha scoperto che il vigile ha almeno un precedente, tanto che sarebbe lo stesso protagonista di un altro episodio di catcalling avvenuto poche settimane prima e nella stessa zona.
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