E se Alberto Stasi non fosse mai stato colpevole?
Dopo quasi un decennio trascorso dietro le sbarre per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, nuove indagini potrebbero riscrivere la storia. Tra nuove tracce di DNA e ipotesi che mettono in discussione vecchie certezze, l’Italia potrebbe dover affrontare una nuova verità e chiedere scusa, per davvero.
E se ci fosse una verità diversa rispetto a quella che abbiamo creduto fino ad oggi? Che nel delitto di Garlasco, diciotto anni dopo quel mattino d’agosto in cui Chiara Poggi fu trovata senza vita sulle scale della villetta di via Pascoli, venga fuori un altro nome. Un altro DNA. Un dettaglio che era sfuggito, ignorato o nascosto.
Le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi si concentrano sulla figura di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Il suo nome era già emerso nelle prime fasi dell’inchiesta, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate. Tuttavia, recenti analisi del DNA trovato sotto le unghie della vittima hanno riacceso i riflettori su di lui. Il DNA maschile rilevato non appartiene ad Alberto Stasi, ma potrebbe essere compatibile con quello di Sempio.
La Procura di Pavia ha quindi deciso di riaprire il caso, disponendo un incidente probatorio per confrontare il DNA di Sempio con quello rinvenuto sulla scena del crimine. Inoltre, saranno analizzati anche i profili genetici di altre persone che frequentavano la casa di Chiara, tra cui le gemelle Cappa, cugine della vittima, e alcuni amici di famiglia. Se le nuove analisi dovessero confermare che il DNA trovato sulla scena del crimine appartiene a Sempio o a un’altra persona diversa da Stasi, si aprirebbe la strada a una possibile revisione del processo.